CATTEDRALE DI NOTO
Denominazione: Cattedrale di Noto o di San Nicolò
Luogo: Noto
Epoca: 1694-1703
Corrente artistica di riferimento: Barocco siciliano, Neoclassicismo.
Pianta: pianta a croce latina con tre navate, delle quali quella centrale è più grande delle due laterali.
Esterno: la facciata risponde alla tipologia con le due torri laterali e presenta evidenti analogie con Versailles e con altre composizioni francesi del 700. Essa è frutto di un corposo rimaneggiamento attuato da Vincenzo Sinatra nella seconda metà del ‘700 nella preesistente facciata incompiuta di Rosario Gagliardi. La facciata in pietra calcarea tenera ha una forte ispirazione neoclassica. Nella sopraelevazione delle due torri campanarie le paraste non sono ripetute come alla base e i timpani sono arricciati. Le porte principali sono d’ispirazione cinquecentesca, quella centrale è in bronzo e rappresenta episodi della vita di san Corrado Confalonieri da Piacenza, opera dello scultore siciliano Giuseppe Pirrone (1982).
Il finestrone centrale con timpano curvilineo è ripreso invece dal repertorio di Andrea Pozzo.
È coronata da quattro statue tardo settecentesche, eseguite nel 1796 dallo scultore Giuseppe Orlando, che raffigurano gli evangelisti.
Interno e decorazioni: l’interno, a tre navate, custodisce numerose opere d’arte, alcune delle quali provenienti dalla Noto antica, fra le quali l’urna argentea contenente le spoglie mortali di San Corrado Confalonieri. Il disastroso crollo del 1996, tuttavia, ha causato la perdita dell’intero apparato iconografico, il cui rifacimento è tuttora in corso.
Nella volta della navata centrale, dove prima del crollo campeggiava la tempera raffigurante la “Gloria di San Corrado” dell’Arduino, sarà posta tra settembre e dicembre 2013 una tela polilobata raffigurante l'”Assunzione della Madonna e Santi” (delle dimensioni di 90 metri quadri), opera del maestro Lino Frongia. Nei pennacchi sono raffigurati i quattro evangelisti, mentre sulla superficie della cupola è raffigurata la Pentecoste del russo Oleg Supereco (2011). Nell’area del presbiterio sono posti l’altare, l’ambone e la croce in bronzo argentato realizzati da Ducrot. Nel catino absidale è stato realizzato dal marchigiano Bruno d’Arcevia l’affresco del Cristo Pantocratore. Nei riquadri sottostanti, quasi come a partecipare della Gloria del Pantocratore, l’artista marchigiano ha dipinto i dottori della chiesa, con al centro Sant’ Agostino e Sant’ Ambrogio (2013). Lo stesso Bruno D’Arcevia ha ricevuto l’incarico di affrescare “L’attesa del Giudizio Universale” nella volta del presbiterio.
Sono diciassette in tutto le nuove vetrate di Mori.
Entro luglio 2013 vengono terminate le dodici sculture in gesso bianco, nelle nicchie delle navate laterali, alle quali si aggiungono i due Santi Patroni d’Italia, che sono collocati ai lati dell’ingresso principale.
Nel contempo vengono collocate sulle pareti delle navate laterali le tele raffiguranti le stazioni della Via Crucis di Roberto Ferri.
Inserimento urbanistico e territoriale: si trova sulla sommità di un’ampia scalinata, sul lato nord del Municipio.
Adiacenze: Municipio (lato nord)
Notizie storiche: nel secolo scorso, intorno agli anni cinquanta, furono apportati vari rifacimenti e modifiche nell’apparato decorativo, non sempre ben riusciti, come il trompe-l’oeil delle strutture verticali e la decorazione a tempera delle volte, le radicali modifiche dell’altare maggiore e dell’antico organo e inoltre la sostituzione dell’originaria copertura a falde della navata centrale con un pesante solaio latero-cementizio, che probabilmente fu una delle cause principali del crollo del 1996.
Restauri: nel corso dei secoli, tuttavia, sia la facciata sia l’interno hanno subito numerosi rimaneggiamenti con l’erezione della nuova cupola, opera del netino Cassone.
In seguito al terremoto del 13 dicembre 1990 la chiesa subì alcuni danni strutturali e già allora si pensò di chiuderla al culto e di sottoporla a restauri. Tuttavia non si fece in tempo a prendere tali provvedimenti. La sera del 13 marzo del 1996, a causa di un grave difetto costruttivo dei pilastri della navata centrale, il primo dei piloni di destra che fa da sostegno alla cupola “per schiacciamento” rovinò al suolo, trascinando con sé nel crollo la cupola stessa e per effetto domino l’intera navata destra, la navata centrale e il transetto destro, lasciando miracolosamente in piedi solo una piccola parte del tamburo. Fortunatamente non vi furono vittime, poiché a quell’ora la chiesa non era aperta al pubblico.
Nel gennaio del 2000 hanno avuto inizio i lavori di ricostruzione e di restauro, eseguiti da maestranze locali. Inizialmente sono stati riedificati con conci squadrati in pietra i pilastri di destra, che conservano la forma e le fattezze di quelli originari, ma senza il difetto costruttivo che aveva causato il crollo della basilica. Quindi si è passati alla demolizione e alla successiva ricostruzione dei pilastri della navata sinistra, che riportavano le stesse gravi imperfezioni di quelli crollati. Successivamente sono ritornate all’antico splendore la navata centrale e la navata destra. Ultimo capitolo della ricostruzione della cattedrale è stato l’elevazione della nuova cupola, pressoché identica all’originale. La nuova struttura di copertura della chiesa non è di tipo latero-cementizio (come il solaio crollato risalente agli anni cinquanta), ma è stata ricostruita com’era originariamente con capriate in legno e manto in coppi siciliani, mentre le volte sono realizzate con il tradizionale incannucciato e gesso. Una volta completati i lavori di ricostruzione, sono stati ripristinati gli apparati decorativi in stucco, come capitelli, trabeazione e cornici.
La ricostruzione è stata dunque eseguita con gli stessi materiali e con le tecniche del Settecento. Sono state utilizzate pietre locali assemblate però con moderni metodi antisismici. Proprio per migliorare la resistenza ai forti terremoti si è fatto ricorso infatti a materiali come la fibra di carbonio.
A conclusione di questo lungo e complesso lavoro di ricostruzione e di restauro dell’esistente il 18 giugno 2007 la chiesa è stata riaperta al culto.
Una nuova commissione di consulta per l’eccellenza estetica, istituita dalla Presidenza del Consiglio dei ministri e nominata dal Dipartimento nazionale di protezione civile, ha dato incarico ad artisti contemporanei di fama nazionale ed internazionale per la esecuzione delle nuove opere d’arte all’interno della chiesa.