Architetto
Alberto Burri
Alberto Burri nacque a Città di Castello nel 1915 ed iniziò la sua carriera di pittore nei primi anni ’40 in un carcere texano, dove l’avevano imprigionato gli americani durante la 2^ guerra mondiale.
Torna in Italia nel 1946, e l’anno successivo tiene la sua prima mostra personale a Roma; nel 1949 utilizza per a prima volta i sacchi per una sua opera e realizza un sacco stampato che chiama SZ1.
All’inzio degli anni ’50 espone per la prima volta alla Biennale di Venezia, presentando l’opera il Grande Sacco, tuttavia diventerà un artista di visibilità internazionale dopo le mostre di Chicago e New York del 1953
Nel 1954 realizza piccole combustioni su carta e continua a utilizzare il fuoco anche negli anni successivi. Nel 1955 espone all’Oakland Art Museum e alla Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma.
Nel 1973 inizia il ciclo dei Cretti e in questa fase si colloca “Il Grande Cretto” realizzato nella città terremotata di Gibellina.
Dopo l’opera di Gibellina crea un cretto di imponenti dimensioni, il ‘Grande Cretto Nero’ esposto nel giardino delle sculture dell’Università di Los Angeles.
Nel 1984, per inaugurare l’attività dell’ Accademia delle Belle Arti di Brera nel settore del contemporaneo, viene ospitata una mostra di Burri.
Le opere del Maestro sono esposte principalmente in due musei a Città di Castello.
Burri muore a Nizza nel 1995, un mese prima del suo ottantesimo compleanno.
Denominazione – Luogo – Descrizione
“Il Grande Cretto”
Il centro storico di Gibellina fu distrutto dal sisma che colpì la Valle del Belice il 15 gennaio 1968, un terremoto che distrusse 6 paesi e provocò più di 1 000 vittime e quasi 100 000 senza tetto. La città venne ricostruita a 20 km dal precedente sito, nel comune di Salemi, il vecchio centro che venne abbandonato è oggi noto come Gibellina Vecchia; proprio su questo territorio sorge “Il Grande Cretto”, opera di Alberto Burri.
Durante la ricostruzione della cittadina l’ex sindaco Ludovico Corrao volle chiamare a Gibellina diversi artisti di fama mondiale per inserire opere contemporanee nella città nuova, tra questi era stato chiamato ad operare anche Burri che tuttavia si rifiutò di realizzare un’ installazione da inserire nella città nuova e chiese di visitare Gibellina Vecchia, ancora ridotta ad un cumulo di macerie.
Burri rimase molto colpito da ciò che vide e si fermò per vari giorni sulle rovine a pensare; mise tutta la sua genialità artistica nella progettazione di un’ opera che attuasse il desiderio -espresso dal sindaco- di conservazione della memoria del luogo.
Il progetto fu avviato nel 1948 e venne terminato in 5 anni, nel 1989.
Burri decise di conservare -letteralmente- la città; con l’aiuto dell’esercito vennero raccolte e compattare le macerie che furono legate insieme grazie a delle reti metalliche. I 12 ettari di rovine vennero ricoperte con un’enorme colata di cemento bianco e vennero creati 122 blocchi alti circa 1,50 m distanziati l’uno dall’altro da fenditure larghe 2 o 3 metri. Il tracciato dei blocchi e delle fenditure ricalca in buona parte l’impianto urbanistico, con gli isolati e le strade percorribili prima del terremoto; la superficie del cretto prevista nel progetto era di dimensioni superiori rispetto a quella realizzata ad oggi, tuttavia resta un’opera colossale che misura attualmente 315 m per 280 m.
Nel 2011 erano stati organizzati degli incontri per la sollecitazione dei lavori di completamento dell’opera, a novembre 2013 è stato deciso -in via definitiva- il restauro e completamento del Cretto, ma la data dell’intervento non è ancora nota.
Quest’ opera è un gigantesco monumento alla distruzione, con la quale Burri riesce a ‘congelare’ l’evento nella memoria storica di questo paese; dall’alto il terreno pare solcato da profonde fratture nel cemento a ricordare gli effetti disastrosi del sisma. L’impatto visivo dall’esterno e dall’interno del Cretto è molto diverso, dall’esterno è un gigantesco monumento di arte ambientale, leggibile anche a chilometri di distanza, mentre dall’interno l’opera è uno spazio percorribile, quasi un labirinto, nel quale ognuno può vivere un’ esperienza soggettiva di riflessione e smarrimento.
Corrente artistica di riferimento
Land Art
“Il Grande Cretto” è l’opera di Land Art più grande in Italia ed è una delle più importanti ed estese al mondo.
La Land Art nasce nel 1967 – 68 negli Stati Uniti d’America e con questo termine si descrivono gli interventi di carattere artistico effettuati dall’autore direttamente sulla natura (si prediligono grandi spazi isolati o piccole installazione nei boschi).
Questo nuovo tipo di arte si sviluppò per contrastare le correnti della pop-art e della minimal-art, gli artisti volevano opporsi all’urbanizzazione sempre più incalzante richiamando temi ecologici e ambientali; con l’abbandono degli attrezzi tradizionali, i Land-Artists, cercavano una complicità con il luogo dove avrebbero operato in contatto diretto con la natura. I progetti realizzati sono prevalentemente scultorei e si tratta di interventi su grande scala, i materiali utilizzati sono spesso quelli che l’ambiente stesso offre o comunque non vanno a creare un disaccordo visivo con il luogo scelto.
Dal 2008 questo capolavoro di Alberto Burri è sottoposto alla tutela dei beni culturali e del paesaggio.
Eventi
• Ogni anno in questa località si tengono le Orestiadi, una serie di manifestazioni teatrali rese molto suggestive dalla location.
•Vi si svolgono svariate competizioni di orienteering (corsa di orientamento) anche a livello internazionale.
• Nel 2011 al BIT (fiera del turismo) a Milano è stato registrato l’interessamento di un’agenzia di Wedding Planner per la location molto suggestiva.
• Durante la settimana della cultura, nel 2011, venne organizzato un “Viaggio della Memoria” nei luoghi più significativi del sisma.
• Il Cretto di Burri venne candidato per il Premio del Paesaggio del Consiglio dell’Unione Europea, concorso indetto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MiBAC). L’opera si classificò al 3° posto per il buon esempio nella salvaguardia, gestione e pianificazione dei paesaggi.
• Sono in corso progetti per la valorizzazione della città per l’EXPO 2015.
*Cretto: crepa, fenditura, spaccatura